sabato 16 maggio 2015

#iocestoaprovà e tu?

Cuori di Tours
Ciao, da quanto tempo...
Come punizione un minuto di silenzio per me, per aver abbandonato questo neonato progetto in cui io e forse anche qualcuno di voi aveva creduto. Non che io abbia perso la fede e la voglia di fare in cucina, ma un blog, per tenerlo come si deve, richiede tempo, tanto tempo, e io negli ultimi mesi mi sono ritrovata ad essere abbastanza impegnata, la mia testa è abbastanza impegnata.
No, non son affatto diventata una donna in carriera, anzi, ho appena compiuto 30 anni e sono più squattrinata di prima, addirittura indebitata e spaventata, ma felice! Racconto qualcosina? Che dite?
Bene, parto da luglio scorso quando ho scritto il mio ultimo post (che vergogna!).
Sono cambiate diverse cose da quel momento, ero a Roma, lavoricchiavo, sempre senza una lira e molto insoddisfatta. I miei risvegli ormai erano diventati degli incubi, con gli occhi ancora appiccicaticci dal sonno, ogni mattina, alla stessa ora, quel simpatico nodo in gola tornava a prendere possesso del mio respiro. Mi sentivo stanca, affannata, poca voglia di fare, nervosa. Ero intrattabile (non che adesso il mio carattere sia fantastico, ma forse qualcosina sta migliorando), credetemi, e chi mi è stato accanto, chi ha avuto la sciagura di condividere con me lo stesso tetto, potrebbe raccontarne delle belle. 
Volendomi liberare dalla morsa dell'insofferente insoddisfazione, mi sono fermata un attimo a riflettere, mi sono presa qualche giorno, sono tornata in Abruzzo. Sapevo che la mia montagna e il mare mi avrebbero reinsegnato a respirare. 
Agosto, primi giorni del mese, Roberto in Sicilia (beato lui!) a girare uno spot, siamo rimasti d'accordo che lo raggiungerò per il fine settimana e per approfittare dei magnifici mercati di Catania. 
Proprio in quei giorni concentro al massimo la mia attenzione su me stessa, mi chiedo e richiedo come riprendere in mano la mia vita. Penso a quando l'anno prima stavo cercando dei master di specializzazione sulla storia e cultura dell'alimentazione, ricordo l'entusiasmo e la curiosità che mi aveva acceso uno di questi in particolare, Bologna, Alma Mater, Storia e Cultura dell'alimentazione, Massimo Montanari.
Torno su quel sito, leggo il bando, lo sfoglio velocemente per capire se sono ancora aperte le candidature, si, termine massimo 26 agosto. Guardo la quota annuale delle tasse da pagare per poterlo frequentare e lì mi scoraggio un po', "non potrò mai farlo" - penso. 
L'anno prima era stata la stessa cosa, avevo sfogliato il bando, mi ero gasata tanto, troppo, quella cifra e la perdita della speranza, ma questa volta no. Certo, il primo pensiero è stato quello di togliermi subito dalla mente quell'idea stupida ed economicamente impossibile e cercare altro. 
A.A.A. barista cercasi! No non ce la faccio, non un'altra volta, o almeno, per adesso no!
Devo rifletterci un attimo e nel frattempo prendo un aereo che mi porta a Catania. Appena arrivata e assalita dalla calura siciliana, parto subito per un giretto esplorativo della città insieme a Rob. Giriamo, parliamo, e per prima cosa gli racconto della mia idea del master, chiedo un consiglio, espongo le mie paure e la mia incapacità di poter sostenere una spesa economica del genere. Colgo  nei suoi occhi una piccola scintilla di speranza, per me, perché anche lui e soprattutto lui, forse, per troppo tempo mi aveva vista tornare a casa con gli occhi gonfi di lacrime e senza fiato. Mare e sole, arancini, mercati, e granite a colazione prese dal vecchietto del benzinaio sotto casa mi rimettono di buonumore.
Torniamo in Abruzzo, mi restano pochi giorni per inoltrare la mia domanda d'ammissione e parlarne bene con i miei, decidere cosa è meglio fare e come, qualora fossi rientrata in graduatoria, affrontare la spesa futura.
I miei genitori sono operai e mio padre sono più di quarant'anni che si spacca la schiena in fabbrica, hanno cresciuto me e mio fratello come meglio hanno potuto e mi hanno fatta studiare, laureare. Se avessi potuto non avrei chiesto loro un ennesimo sforzo, anzi, a 30 anni, mi piacerebbe poter iniziare a vedere qualche soldino e tornare a casa con un mazzo di fiori freschi per la mia mamma e non con una busta di panni sporchi! 
Ne parliamo insieme, ci ragioniamo a fondo, inaspettatamente non mi dicono subito di no, forse ci credono anche loro. Al momento di decidere, mio padre e mia madre, ai quali sarò eternamente grata, mi dicono che i soldi non ci sono, i loro stipendi non bastano per pagare master e mantenermi a Bologna, ma che potremmo chiedere in banca, magari c'è qualche soluzione per gli studenti. 
Eccoci davanti al Direttore, spiego la mia situazione, la mia idea, chiedo se posso autofinanziarmi, ovviamente indebitandomi, ma non importa, voglio fare questo master, troverò un modo per restituire i soldi, dopo, alla fine di tutto, a costo di fare qualsiasi altro tipo di lavoro. 
In banca non mi dicono di no, e figuriamoci... Così con un debitino sulle spalle, ma con il cuore gonfio di gioia, compilo la mia domanda e in piena frenesia la spedisco all'ufficio master dell'Alma Mater a Bologna. Passa del tempo e io controllo ogni santo giorno la mia casella di posta per vedere se è stata pubblicata la graduatoria. Sono i primi giorni di ottobre, ed eccola che arriva. Evviva, ci sono anche io tra i cinque ammessi!
Bologna
San Giovanni in Monte, Bologna
In men che non si dica ci comunicano che di lì a poco sarebbero iniziate le lezioni ed io ovviamente non sapevo dove andare, ma Rob viene in mio aiuto. Parliamo con un suo amico che per i primi tempi decide di ospitarmi. Arrivata a Bologna, tutto mi sembra ancora un sogno, in un mese la mia vita è già cambiata molto, prima Roma, adesso Bologna, il Master Europeo in Storia e Cultura dell'Alimentazione, i professori, e l'Alma Mater, l'università più antica d'Europa, carica di storia e di storie che le sue mura potrebbero raccontare. 
Primo giorno di lezione, Massimo Montanari, Antonella Campanini, ritrovarmeli di fronte mi mette in imbarazzo; ci fanno presentare, raccontare un po' le nostre storie e io per sommi capi spiego la mia, mi commuovo, partono due lacrime e la Prof.ssa Campanini sa perché. Mi ha seguita in tutto il mio percorso d'iscrizione, sa che sacrificio ho chiesto a me e ai miei genitori, mi guarda dritta e sorride. Adesso è il loro momento, ci spiegano come si svolgerà il master e ci confermano che di lì a poco saremmo partiti per la Francia, per l'Università Rabelais di Tours. Due mesi in Francia a seguire lezioni e convegni. Tutto questo mi impanica un po', ma mi carica anche.
Finiti i giorni di lezione a Bologna, faccio un salto per tornare a casa e il 3 novembre sono già in Francia. 
Tours è una piccola città nel cuore della valle dei castelli della Loira, un isolotto tra due fiumi. Fredda, umida, ma con le strade dritte e pulite che odorano di pane appena sfornato a tutte le ore del giorno. Iniziamo a seguire le lezioni, conosco meglio i ragazzi che sono con me, Muriel la peru-brasiliana e David, il tedesco. Compagni di studio e di vita.
In Francia sto bene, conosco tantissime persone, il gruppo di ragazzi che segue il master lì è estremamente eterogeneo: brasiliani, taiwanesi, turchi, e naturalmente francesi. Un melting-pot che si fa vero, concreto e unito, soprattutto quando a turno decidiamo di preparare delle cene a tema, serate che ci hanno dato la possibilità di scoprire piatti tipici provenienti da quasi tutti gli angoli del pianeta e di bontà straordinaria. 
Caattedrale di Saint-Gatien, Tours
Convegno IHECA, Tours

Due mesi in Francia passano presto, tra lezioni, convegni organizzati dall'Istituto Europeo di Storia e Cultura dell'Alimentazione, giri per i mercati contadini in cui le opportunità di conoscere il vero cibo di strada francese sono tante e pinte di birre come se non ci fosse un domani, arriviamo al 21 dicembre e al ritorno in Italia. Natale, il 2015, anno nuovo vita nuova, si spera, io sono ancora un po' confusa, sta succedendo tutto troppo in fretta.

A febbraio riprendono le lezioni, trovo una stanzina tutta per me in una piccola casa in via mascarella, cuore della movida universitaria, forse anche troppo movimentata! Lezioni: il Prof. Capuzzo e il suo corso di Storia dei consumi alimentari; il Prof. Ruozzi con Letteratura e gastronomia; le lezioni su "Comunicare il turismo gastronomico"; l'archeo/antropolodo Domenici che ci ha incantati con i suoi racconti di vita archeologica in Messico e le cucine indigene d'America e il sancta sanctorum, colui che è santo in sommo grado e uomo di grande venerazione, Alberto Capatti e le sue emozionanti lezioni sulla Storia della cucina in età contemporanea. Ma è solo maggio e fino a giugno ne vedremo ancora delle belle!
Loira all'alba, Tours

Ecco, tutto questo blablabla per dire cosa, niente! Solo che nella vita ci vuole un po' di coraggio, bisogna osare. Io l'ho fatto e per il momento sono ancora abbastanza presa bene. Sto facendo sacrifici, è vero, i miei anche, non ho una lira bucata in tasca allo stesso modo, ma ci sto provando. A fine lezioni dovrò fare uno stage e in questi giorni sto cercando di capire dove andare e poi discutere la tesi. Vorrei trovare qualcosa che mi riporti anche un po' vicina alla terra, alla ricerca, alla riscorperta, valorizzazione. Quegli stessi elementi che diversi anni fa mi hanno fatto scegliere l'archeologia come primo step della vita. Ma devo anche valutare ciò che da quel momento in poi sarà il mio futuro, mi piacerebbe che qualche porticina inizi ad aprirsi anche per me, che di sacrifici ne sto facendo tanti... Almeno per sdebitarmi! ;)

Anzi, se avete idee da proporre, io sono tutta orecchie...

Forse il post è un po' lunghetto, forse vi scoccerà, ma mi fa piacere condividere con quanti di voi vorranno leggerlo, quello che ho combinato in questi mes e anche per rispondere a quelle poche persone che diverse volte mi hanno chiesto che fine avesse fatto il blog. 
Non so quanto riuscirò a imoegnarmi costantemente nei prossimi mesi, ma tenterò.
Oltre ai miei genitori per le loro garanzie, devo ringraziare anche diverse persone amiche: Marialucia, Clara, Francesca, Eliana e Massimo che mi hanno sempre supportato e sopportato. Grazie per non avermi fatto sentire una pazza per quel che stavo per fare e poi Roberto, che da un po' ormai sta dietro ai miei sbalzi d'umore, alle mie paturnie, alle mie ansie economiche e a tutto il resto! Grazie. 

Focaccia di Tours

Formaggi francesu

Mercati contadini, Tours

Salone del libro gastronomico, Tours

Pinte, Tours

Terrine francesi e Rob, Tours

Vini della Loira, Tours






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